lunedì 18 giugno 2007

La voce della seduzione


La seduzione è una sorta di danza rituale in cui l'individuo mette in atto delle mosse, in parte intenzionali in parte socialmente regolate, al fine di attrarre a sè quello che viene giudicato come il partner ideale.

Per raggiungere il proprio obiettivo, ossia l’instaurazione di una relazione intima, il seduttore non può lasciare nulla al caso: sguardo, sorriso, mimica, gesti e persino la gestione dello spazio sono elementi che diventano cruciali quando si vuole attrarre a sè qualcuno.

Uno studio ha appurato che la seduzione si correla anche ad un tipo di comunicazione specifica e mirata, non tanto per il contenuto, ma quanto per le caratteristiche della voce; infatti il seduttore di successo ha un volume della voce, una frequenza e una velocità del parlato notevolmente differenti rispetto a chi fallisce e non riesce nella conquista.

Il vero seduttore mostra un profilo vocale peculiare: se comparati con i loro valori base, i soggetti mostrano un notevole incremento nel volume della voce in una prima fase dell’interazione seduttiva, mentre nella fase intermedia diventa progressivamente più debole e sommessa, per poi ristabilirsi su livelli medio-alti nella fase conclusiva, per quanto riguarda il ritmo, esso cresce nella prima e nella terza fase, mentre si fa più lento nella fase intermedia, infine la frequenza è alta per tutta la durata del meeting seduttivo.

Queste caratteristiche non sono casuali, ma si associano ad un'immagine di forza e sicurezza di sè (legate alla velocità del parlato e volume sostenuto) e allo stesso tempo di tenerezza, vicinanza e calore (connesse ad un'alta frequenza), tuttavia ciò che più di tutto comunica interesse e viene apprezzato dalla controparte è la capacità di modulare la propria voce in funzione della situazione.

Risulta quindi che la seduzione non si basa solo su parole intriganti e sguardi languidi, ma che anche le componenti vocali hanno un peso rilevante nel determinare la possibilità di conquistare la preda tanto ambita.

Foto by Leo Castillo

venerdì 15 giugno 2007

Spiegato il déjà-vu


A chi non è mai successo di trovarsi in un luogo per la prima volta e avere la sensazione di esserci già stati o durante una discussione di avere l'impressione di aver già sentito le medesime parole nello stesso ordine in un altro momento?

Questo fenomeno è molto frequente e prende il nome di déjà-vu: tutti l'hanno provato almeno una volta nella vita e risulta tanto affascinate quanto inquietante, al punto che per Freud poteva essere classificato all'interno delle esperienze perturbanti, come il doppio, il sosia, gli automi, gli zombie e altre entità che vanno a turbare la nostra psiche.

Al di là della psicanalisi, un gruppo di ricercatori americani ha cercato di dare una spiegazione scientifica di tale situazione ed è riuscito ad identificare la parte di cervello coinvolta in questo intricato meccanismo.
L'ippocampo gioca un ruolo di primaria importanza nell'esperienza del déjà-vu; infatti esso immagazzina ed elabora le informazioni in memoria, consente una categorizzazione dei luoghi e degli eventi e li archivia per usi futuri, ma quando due referenti o due circostanze iniziano a somigliarsi troppo, queste mappe mentali si sovrappongono e in qualche modo si confondono.

Si può parlare quindi di un malfunzionamento cerebrale nel processamento di nuove informazioni e nello specifico di un problema connesso alla memoria episodica.

Susumu Tonegawa, professore di biologia e neuroscienze al Massachusetts Institute of Technology di Boston e premio Nobel per la medicina nel 1987, ha reso pubblici i risultati della ricerca sul déjà-vu condotta dalla sua equipe su una colonia di topi il cui cervello era stato geneticamente modificato.

Una parte del loro ippocampo è stata privata di un gene cruciale per la gestione delle informazioni in memoria e si è evidenziato come i topi privi di questa porzione cerebrale presentassero dei deficit a livello di recupero delle informazioni, poichè non riuscivano a distinguere tra due gabbie in cui erano stati precedentemente rinchiusi, in quale delle due avessero ricevuto una scarica elettrica e di conseguenza si irrigidivano indifferentemente davanti all'ingresso di entrambe le gabbie.

"I topi di controllo", ossia quelli che non erano stati sottoposti a nessuna modifica cerebrale, mostravano un irrigidimento solo davanti alla gabbia in cui avevano ricevuto la scarica, manifestando invece tranquillità davanti a quella in cui non avevano subito alcun tipo di danno.

Questi studi potrebbero costituire il punto di partenza per approfondire il trattamento e la cura di patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer, in quanto a partire dalla conoscenza a livello molecolare e cellulare dei processi di memoria, si ha la possibilità di creare farmaci in grado di potenziare queste connessioni.
Foto by Mikey G Ottawa

giovedì 14 giugno 2007

Un software per abbattere il muro del silenzio.


Grazie ad un’iniziativa spagnola promossa dall’università di Granada che vede come protagonisti un gruppo di psicologi, psicopedagoghi e logopedisti, è nato SC@UT, cioè l’acronimo di “Sistema di Comunicazione Aumentativa e Adattiva”.

Il programma mira a rendere effettiva la comunicazione tra bambini con patologie come l'autismo e la sindrome di Down e il mondo che li circonda.

SC@UT viene scaricato dal sito web ad esso dedicato e successivamente si installa sul pc; esso funge da interfaccia comunicativa in maniera semplice e intuitiva, supportando i ragazzi con disabilità mentali in quella che per loro è una vera e propria impresa: la condivisione della loro intenzione comunicativa con gli altri.

Questo strumento facilita l'espressione di esigenze, emozioni e stati d'animo fondamentali, come la fame, la gioia, la tristezza o la noia. È presente inoltre un sintetizzatore vocale per trasformare simili sensazioni in commenti verbali facilmente udibili da chi si trova nelle vicinanze.

Si suppone che il primo vantaggio percepito a livello psicologico da chi potrà beneficiare dell’utilizzo di questo tool, sarà la drastica diminuzione di condotte aggressive e antisociali, le quali spesso vengono erroneamente considerate come delle caratteristiche tipiche delle malattie sopracitate.

Molti soggetti affetti da autismo o da altre patologie che rendono complessa l’interazione con gli altri, si procurano delle ferite e si mostrano violenti semplicemente per la frustrazione di non riuscire a comunicare chiaramente quello che vorrebbero; in questo senso SC@UT potrebbe tamponare il loro disagio e costituire una via alternativa di comunicazione.

Il secondo beneficio è di tipo economico, in quanto il software si scarica e si installa senza alcun tipo di costo aggiuntivo: tenendo conto che di solito più gli strumenti sono sofisticati e all’avanguardia più il prezzo da pagare è salato, anche la parte finanziaria è un aspetto di primaria importanza.

Attualmente il programma viene utilizzato in via sperimentale in 16 diverse scuole della Spagna meridionale, ma il governo dell'Andalusia prevede di estenderne l'impiego all'intera regione.

Foto by –archangel–

mercoledì 13 giugno 2007

Si chiama Broadcast il Surface all'italiana


Non si è fatto attendere molto il sosia italiano di Surface (vedi post in merito): Broadcast , questo il nome del tavolino interattivo made in Italy, è già rintracciabile in qualche pub lombardo e a breve arriverà nei locali calabresi.

Diversamente dal tool pensato da Bill Gates, Broadcast è un sistema d’intrattenimento appositamente studiato per la gestione di un locale pubblico.

Come il suo parente americano, all’apparenza non sembra niente di più che un tavolino, ma offre numerose risorse all’avventore, che una volta accomodatosi nella propria postazione, può compiere centinaia di azioni: chattare, navigare nel Web, ordinare pietanze e bibite e anche di giocare con altri utenti.
Con Broadcast si può accedere alla sezione videojukebox e vedere l’ultimo video musicale in circolazione o ascoltare le canzoni del proprio artista preferito. Inoltre i clienti che hanno scattato delle foto col cellulare potranno caricarle, ingrandirle, ruotarle, modificarne i colori e infine stamparle su carta fotografica semplicemente cliccando sul tasto stampa.
Prodotto a Varese dalla Civiesse, il prezzo del software si aggiorna intorno ai 1.500 dollari.

Pioniere di questa iniziativa è un locale della provincia di Milano, che ne possiede 20 postazioni, ma è già in via di allestimento in alcuni pub di Verbania e della provincia di Reggio Calabria.

Questo progetto rappresenta un’allettante novità per gli utenti, in quanto integra l’offerta di una ludoteca virtuale con la possibilità di gestire e condividere contenuti personali (foto, file ecc), nonché di dedicarsi allo svago personale ed effettuare ordinazioni nei tempi prestabiliti dal singolo.

Solo il futuro potrà dirci se l’impiego di Broadcast diverrà pervasivo oppure se se il suo utilizzo rimarrà una sperimentazione relegata ad ambiti ristretti, tuttavia appare già chiaro che l'introduzione di questo dispositivo rivoluzionerà la concezione tradizionale che i clienti hanno dei locali pubblici.

martedì 12 giugno 2007

Gli antidepressivi sono un'arma a doppio taglio


L'ente statunitense di controllo sul commercio dei farmaci, la Food and Drug Administration (FDA), ha appurato che nei primi 2 mesi di trattamento con antidepressivi, il rischio di suicidio per i pazienti più giovani (18-24 anni) aumenta in maniera significativa.

A questa conclusione si è giunti grazie ad un progetto di ricerca che ha avuto inizio nel 2005 e che ha coinvolto più di 77.000 pazienti trattati con terapia antidepressiva.
Le cause di questo pericolo sono spiegate dall'incremento di energie e di forze a disposizione della persona in una fase in cui il suo umore non ha ancora raggiunto un equilibrio stabile; infatti nella fase iniziale di trattamento, il paziente è malinconico, e sfiduciato, ma può trovare la forza di compiere il gesto estremo che prima non riusciva a mettere in atto, perchè riacquista subito un certo vigore fisico e un potenziamento della volontà, che gli consentono di rendere concreto ciò che prima era solo un progetto astratto.

La malattia stessa è responsabile dell'80% dei suicidi e il 15-20% delle persone affette da tale patologia è a rischio suicidio: la depressione va quindi sempre trattata tempestivamente, tenendo d'occhio i segnali che il paziente invia, come rassegnazione, isolamento, ma anche agitazione, panico, irritabilità, e associando alla terapia antidepressiva altri farmaci, che lo proteggano dalla sua stessa impulsività.

Tuttavia appare rilevante che questi effetti si riscontrano nella fascia 18-24 anni, poichè nei bambini e dopo i 25 anni l'aumentato rischio di suicidio non sussiste ed esso addiritttura diminuisce notevolemente nei pazienti sopra i 65 anni.

Risulta quindi inutile demonizzare gli antidepressivi: essi si rivelano spesso un prezioso sussidio per uscire dal tunnel della disperazione e in molti casi i benefici sono superiori a rischi, ma in determinati periodi della vita, in cui la fragilità mentale si correla ad una ripresa fisica più repentina, appare doveroso monitorare costantemente l'assunzione dei farmaci da parte del paziente, nonchè mettere in atto numerose verifiche in itinere che confermino l'effetto positivo della terapia sul singolo.

Foto by Embercom

lunedì 11 giugno 2007

La vostra e-mail si autodistruggerà entro 30 secondi


VaporStream, un'azienda informatica newyorkese, ha brevettato il VaporStream Messaging, un sistema che permette di cancellare definitivamente dalla memoria di cellulare e computer i messaggi inviati.

In un'era in cui la tutela della privacy viene ormai annoverata tra i diritti fondamentali, dove molti vivono nel terrore di essere costantemente spiati e per questo talvolta autolimitano i propri contatti, una modalità che permette di ritrovare la serenità perduta è indubbiamente un'affordance da non perdere per l'utente.

Fino ad oggi, anche cancellando dal proprio computer email o messaggi inviati, sui server restavano sempre delle tracce e tutto poteva essere recuperato, invece ora i contenuti desiderati spariranno sia dal pc del mittente che da quello del destinatario.

Il servizio base ha un costo limitato (39 dollari, più o meno l'equivalente di una trentina di euro) e per estenderlo al cellulare sono richiesti solo 5 dollari aggiuntivi

Sembrerebbe un'opportunità senza lati oscuri, in realtà scambi di informazioni illegali o usi illeciti del mezzo informatico saranno più difficili da documentare e molti tra coloro che navigano nel torbido sfrutteranno questa possibilità per fini negativi.

Come sempre i nuovi ritrovati della tecnologia non offrono mai solo dei vantaggi, ma possiedono anche alcuni limiti, il vero problema non sta nella natura del dispositivo informatico, bensì nella possibilità di regolamentarne l'utilizzo in tempi brevi.

Foto by Shalafi

venerdì 8 giugno 2007

Google diventa il nuovo Freud


Google ha recentemente depositato il brevetto per un sistema capace di tracciare profili psicologici dei giocatori online.

Se veramente i nostri alter ego virtuali sono una proiezione del nostro comportamento in ambito reale, tracciare il profilo psicologico di un utente sulla base delle condotte e degli atteggiamenti tenuti dal suo avatar può rivelarsi molto proficuo.

Questa è in breve la tesi sotenuta da Google, secondo cui la barriera reale-virtuale è molto più sottile di quanto non si creda e di conseguenza tracciando un quadro di personalità del giocatore online durante una delle sessioni tipo, si possono carpire succulente informazioni per gli inserzionisti pubblicitari interessati all'area dell'e-advertising.

Immaginate di giocare tranquillamente ad un videogioco installato sul pc o di percorrere allegramente le strade di Second Life, quando ad un certo punto sentite un languorino... "Più che fame è voglia di qualcosa di buono" recitava un celeberrimo spot televisivo e questo qualcosa può facilmente diventare un pacchetto di patatine o un gelato reclamizzati da un cartellone lungo un'autostrada virtuale o da uno striscione in uno stadio digitale.

Ulteriore elemento di congruenza che può spingere l'utente all'acquisto, è la possibilità di non doversi muovere dalla propria postazione: sarà sufficiente inviare una mail per vedersi recapitare a casa una pizza del ristorante promozionato, così da non spezzare l'attività dell'individuo.

L'iniziativa di Google in questa direzione non è casuale; infatti la recente acquisizione di DoubleClick e della compagnia di pubblicità Adscape, induce a pensare che il brevetto sarà utilizzato in tempi brevi.

La disputa ora è di origine essenzialmente etica: c'è una netta divisione tra chi ritiene che questo tipo di pubblicità sia un ulteriore vantaggio per l'utente, in quanto gli permette di bypassare un'offerta per lui inutile e ininfluente, concentrandosi su prodotti e servizi adatti al suo target, e chi invece è preda della sindrome del "Grande Fratello", sentendosi spiato in ogni mossa e privato della libertà d'azione anche in ambito digitale.
Foto by divedi