martedì 12 giugno 2007

Gli antidepressivi sono un'arma a doppio taglio


L'ente statunitense di controllo sul commercio dei farmaci, la Food and Drug Administration (FDA), ha appurato che nei primi 2 mesi di trattamento con antidepressivi, il rischio di suicidio per i pazienti più giovani (18-24 anni) aumenta in maniera significativa.

A questa conclusione si è giunti grazie ad un progetto di ricerca che ha avuto inizio nel 2005 e che ha coinvolto più di 77.000 pazienti trattati con terapia antidepressiva.
Le cause di questo pericolo sono spiegate dall'incremento di energie e di forze a disposizione della persona in una fase in cui il suo umore non ha ancora raggiunto un equilibrio stabile; infatti nella fase iniziale di trattamento, il paziente è malinconico, e sfiduciato, ma può trovare la forza di compiere il gesto estremo che prima non riusciva a mettere in atto, perchè riacquista subito un certo vigore fisico e un potenziamento della volontà, che gli consentono di rendere concreto ciò che prima era solo un progetto astratto.

La malattia stessa è responsabile dell'80% dei suicidi e il 15-20% delle persone affette da tale patologia è a rischio suicidio: la depressione va quindi sempre trattata tempestivamente, tenendo d'occhio i segnali che il paziente invia, come rassegnazione, isolamento, ma anche agitazione, panico, irritabilità, e associando alla terapia antidepressiva altri farmaci, che lo proteggano dalla sua stessa impulsività.

Tuttavia appare rilevante che questi effetti si riscontrano nella fascia 18-24 anni, poichè nei bambini e dopo i 25 anni l'aumentato rischio di suicidio non sussiste ed esso addiritttura diminuisce notevolemente nei pazienti sopra i 65 anni.

Risulta quindi inutile demonizzare gli antidepressivi: essi si rivelano spesso un prezioso sussidio per uscire dal tunnel della disperazione e in molti casi i benefici sono superiori a rischi, ma in determinati periodi della vita, in cui la fragilità mentale si correla ad una ripresa fisica più repentina, appare doveroso monitorare costantemente l'assunzione dei farmaci da parte del paziente, nonchè mettere in atto numerose verifiche in itinere che confermino l'effetto positivo della terapia sul singolo.

Foto by Embercom

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