sabato 28 aprile 2007

Google mira a diventare l'imperatore della pubblicità online


Google ha annunciato di aver raggiunto un accordo per rilevare DoubleClick, uno dei principali network per l'acquisto di pubblicità online.

La cifra che il motore di ricerca più importante del mondo sborserà per assicurarsi il servizio di digital advertising, fa impallidire persino quella versata per acquisire You Tube; infatti si parla di 3,1 miliardi di dollari contro i "soli" 1,65 spesi per il sito di condivisione di video.

Molti analisti finanziari ed esperti del settore hanno giudicato esagerato l'investimento di Google, in quanto appare troppo oneroso se rapportato al giro d'affari riportato da Double Click nel 2006, che si aggirava intorno ai 150 milioni di dollari: cifra di sicuro enorme, ma non abbastanza da compensare l'importo previsto per la sua rilevazione.

Google però ha già dimostrato in passato che le sue mosse non sono mai avventate, ma che si fondano sempre su basi solide e su meditati calcoli costi-benefici, appare quindi improbabile che la spesa sia immotivata e ritengo che si possano trovare delle motivazioni ben precise sottese a questa decisione.

In primis l'obiettivo è quello di impedire alla storica rivale, Microsoft, l'ingresso nella pubblicità online; si vocifera infatti che anche quest'ultima sarebbe stata interessata a Double Click, ma i 2 miliardi di dollari offerti, si sono rivelati comunque insufficienti a tal fine. Google possiede già la leadership negli annunci testuali e ora può pensare a una combinazione dei due tipi di pubblicità in modo da incrementare ulteriormente le proprie entrate.

La seconda motivazione è che Doubleclick rappresenta una garanzia nel campo dell'advertising online; infatti lavora su internet dal 1996 ed è specializzata nel fornire soluzioni marketing ad hoc a clienti del calibro di MySpace, Wall Street Journal, e anche a marche "tradizionali" come Nike, Coca Cola e Motorola. Di certo Google dopo questa fusione non avrà problemi a sponsorizzare le multinazionali più importanti a livello mondiale.

Il terzo punto è che la pubblicità del futuro sarà online. Pensando solo all'Italia, che rappresenta comunque un mercato meno maturo rispetto a tante altre nazioni, la quota di mercato della comunicazione online è cresciuta velocemente negli ultimi anni e molto probabilmente tra poco si arriverà al sorpasso degli altri media; infatti ha raggiunto il 5% nella nostra penisola e quest'anno solo nel nostro paese l'investimento sui media online crescerà del 65% rispetto al 2006, in maniera assolutamente non paragonabile agli altri mezzi di comunicazione (la pubblicità televisiva avrà una cresita del 23%, quella sui periodici del 13%, quella trasmessa per radio del 3%, mentre subirà un calo del 13% quella sui quotidiani).

Date queste premesse è naturale che Google lotti per aggiudicarsi la fetta maggiore della torta virtuale, tenendo conto che gli altri commensali - Yahoo, Aol e soprattuto Microsoft - lottano con le unghie e con i denti per aggiungere un posto a tavola.

Foto by Hakezuba

venerdì 27 aprile 2007

Chi scrive un sms trova un tesoro


La giovanissima Morgan Pozgar ha vinto la finale del campionato di digitazione SMS tenutasi a New York lo scorso 21 aprile, sbaragliando una concorrenza di 250 partecipanti scrivendo in 15 secondi "Supercalifragilisticexpiralidoucious! Even though the sound of it is something quite atrocious, if you say it loud enough yoùll always sound precocious", ossia la versione originale del ritornello della canzone di Mary Poppins.

I concorsi a premi cui si può partecipare solo se si utilizza un certo prodotto non sono certo una novità, bensì una pratica consolidata che ha giovato al giro di affari di molte marche.

LgElectronics ha sfruttato questa collaudata modalità promozionale unendo alla sponsorizzazione del proprio prodotto la valorizzazione dei propri utenti; infatti per iscriversi alla gara era obbligatorio possedere un cellulare Lg, oltre che essere residenti negli U.S.A. e avere più di 13 anni.

La scelta di non precludere la partecipazione ai minorenni è stata fortemente azzeccata, in quanto la fascia maggiormente implicata in questo tipo di attività è quella degli adolescenti e dei preadolescenti, impegnati quotidianamente in maratone di scrittura. Non stupisce quindi che la vincitrice sia una 13enne che vanta un “curriculum” di tutto rispetto: il training della giovane consisteva nell'inviare ogni mese circa 8.000 messaggi, in media un SMS ogni 5 minuti e mezzo.
Chi meglio di un accanito scrittore di sms può sentirsi all’altezza di partecipare ad un concorso del genere e ricavarne un considerevole profitto? Tra vittoria nella competizione dell’East Coast e finale nazionale, Morgan ha guadagnato 25mila dollari, più o meno l’equivalente di 19mila euro.

Con questa iniziativa LgElectronics non solo ha reclamizzato i propri prodotti, ma ha anche coronato il sogno di una ragazzina che aspirava ad avere un bel gruzzolo da parte per spenderlo nei negozi più trendy della Grande Mela e ha alimentato nei suoi coetanei le speranze di poter un giorno andare incontro allo stesso destino.
Una manovra sicuramente ben congeniata per colpire il target giovanile e sottolineare come il cellulare possa divenire la chiave di accesso per una dimensione più piacevole e appagante.
Foto by Eliacim Lopes

giovedì 26 aprile 2007

Mangiare senza pensare. Perchè mangiamo di più di quello che crediamo.


E' questo il titolo del nuovo libro di Brian Wansink, insegnante alla Stanford University e capo del Food and Brand Lab della Cornell University, colui che ha dimostrato come la fame non sia l'unico e il più importante regolatore della nostra assunzione di cibo, ma anzi come il ruolo da essa giocato venga fortemente ridimensionato da altri elementi, come la persona che mangia accanto a noi o indizi visivi e uditivi provenienti dall'ambiente che ci circonda.

Wansick ha confermato mediante una serie di esperimenti che contano di più gli indizi esterni del senso di sazietà nel determinare il nostro introito alimentare quotidiano; infatti un esperimento ha convalidato l'ipotesi che al fine di uniformarci ai commensali, possiamo aumentare o diminuire la nostra assunzione di cibo del 20%.

Inoltre offrendo ai ragazzi che si stavano recando al cinema scatole di pop corn di varie dimensioni, ma tutte vecchie di 5 giorni, si riscontra un effetto curioso: chi aveva ricevuto i sacchetti più grandi ha mangiato il 53% in più di chi aveva quelli più piccoli. Questo perché il processo alimentare è supportato più da "persuasori occulti" che non dal reale appetito; la nostra coscienza ha uno spazio limitato e può processare un solo contenuto alla volta, se si è particolarmente interessati al film è quindi inevitabile che il resto passi in secondo piano, inclusa la bontà e la frescheza del prodotto, e la nostra condotta alimentare viene influenzata da altri elementi, come il sottofondo della gente che mangia e il riflesso condizionato che si attiva quando entriamo in un cinema.

Un altro originale accertamento è stato svolto mediante l'utilizzo della "ciotola senza fondo", ossia una ciotola che si mantiene sempre mezza piena, senza che il soggetto se ne accorga. I soggetti sperimentali che utilizzavano ciotole normali hanno mangiato circa 250 grammi di zuppa, mentre chi ha usato la ciotola senza fondo ha assunto in media 425 grammi, inoltre alcuni fra questi non si sono fermati fino alla conclusione dell'esperimento, ossia 20 minuti più tardi. Questo chiaramente evidenzia come gli indicatori visivi, il livello raggiunto dalla zuppa nella ciotola, incida di più sul comportamento alimentare del senso di sazietà vero e proprio.

Le evidenze rilevate da Wansick permettono, a partire dalla consapevolezza dei meccanismi cognitivi sottesi, di attuare una serie di astuzie facilmente applicabili in svariati contesti per contenere l'apporto calorico giornaliero: sedere vicino alla persona più lenta, cominciare a mangiare per ultimi, mettere nel piatto più piccolo i cibi più calorici, servire le verdure in una grande terrina, non mangiare mai direttamente dal sacchetto, al buffet non mettere mai sul piatto più di due cibi alla volta e così via.

In un'epoca in cui l'educazione alimentare è molto carente e si mangia più per noia o per goliardia data dallo spirito gruppo che in base alle reali esigenze corporee, riflettere su questa tematica appare molto proficuo, soprattutto se si pensa che non è poi così difficile risparmiare da 100 a 300 kcal al giorno (e in un anno perdere dai 4 ai 12 kg) senza sacrificarsi e privarsi di apporti calorici essenziali, ma semplicemente eliminando l'assunzione impropria del cibo e valorizzando un'alimentazione sana ed equilibrata.
Foto by boemette 1

martedì 24 aprile 2007

Per battere le Bratz nasce la iBarbie


La Barbie di ultima generazione si chiama Chat Divas Barbie e, rispetto ai modelli che l'hanno preceduta, ha una dotazione tecnologica di tutto rispetto: risponde al cellulare, non dimentica mai a casa l'iPod e mal che vada ha comunque con sè un lettore Mp3.

Se la bambola viene connessa all’iPod o ad altri lettori musicali, inizia a muovere le labbra, mimando una sorta di playback, e scuote la testa a tempo di musica. Nella confezione si trova inoltre un telefonino giocattolo e se lo si avvicina all’orecchio della Barbie, prontamente ella risponderà alla chiamata.

In questo modo la Mattel cerca di contrastare il succeso ottenuto negli ultimi anni dalle Bratz, bambole con molti centimetri di pelle scoperti in più, con un'aria tutt'altro che da moglie devota o da fidanzata fedele, bensì contraddistinte dal trucco pesante e da un abbigliamento più vicino ai gusti e agli interessi del target attuale.

E' stato così che la casa produttrice delle Bratz, la MGA Entertainment, ha inflitto un duro colpo alla bambola più popolare e venduta del mondo; nonostante i suoi ben portati 45 anni, la bionda californiana ha perso più del 20% del mercato negli ultimi anni, in quanto la pecca della Mattel è stata quella di continuare a puntare su un prodotto classico, senza interrogarsi sui cambiamenti degli stili di vita e dei valori delle giovanissime acquirenti.

Per recuperare terreno la Mattel ora sperimenta delle vie alternative, principalmente attinenti l'ambito mass mediale; infatti l'iPod e il cellulare sono solo alcune delle ultime innovazioni e accanto ad esse assume sempre più rilevanza il cyberspazio, la nuova dimensione in cui si svolge la battaglia di marketing.

La Mattel ha lanciato recentemente una versione test di BarbieGirls.com, una comunità online dove le ragazzine possono personalizzare le proprie Barbie e interagire in un mondo che ricorda molto come ambientazione Second Life.

Il sito Web è il primo passo per riconquistare la fascia di consumatrici ormai attratte e irrimediabilmente concupite dalle Bratz, offrendo alle giovanissime internaute delle opportunità di interazione con il prodotto anche nell'area del virtuale: le piccole utenti possono scegliere il look e lo stile che ritengono più appropriato per la loro bambola e possono anche recarsi nei negozi di abbigliamento, di accessori e di mobili per arredare a piacimento la propria stanza online ed eventualmente adottare un animale domestico.

Ritengo quindi che a fronte del calo di vendite subìto nell'ultimo periodo, la casa produttrice della Barbie abbia cercato di riconquistare il mercato puntando sull'area che in questo momento appare più pertinente: è inutile saturare il mercato immettendo continuamente accessori e monili per cercare di attirare un pubblico il cui orientamento valoriale è definitivamente cambiato, la mossa giusta sta nell'individuare la direzione verso cui il target si sta muovendo e sfruttare prima della concorrenza quelli che sembrano i nuovi orientamenti per il futuro.

Foto by Mikey Delgado

lunedì 23 aprile 2007

Le strategie per una vendita efficace su internet


7Pixel, società italiana che si occupa della comparazione dei prezzi online, ha deciso di fornire un decalogo per tutti gli internauti interessati alla vendita su internet.

I 10 punti cardine sono:

  1. Facilitare il contatto

  2. Fornire chiare garanzie

  3. Dare ampia possibilità di scegliere

  4. Semplificare la modalità di navigazione

  5. Valorizzare la vetrina virtuale

  6. Fornire informazioni complete

  7. Offrire comparazioni tra prodotti simili

  8. Essere molto chiari sui costi/prezzi

  9. Tracciabilità della spedizione

  10. Mettere a disposizione una modalità di iscrizione semplice

La società in questione fornisce questi criteri guida a ragion veduta, poichè si basa sull'esperienza della gestione di 2 siti di e-commerce: trovaprezzi.it, un motore di ricerca che compara i prezzi relativi alla categoria di prodotti che interessa all'utente segnalando il più conveniente, e shoppydoo.it, il quale fornisce una valutazione tecnica della merce in questione, sfruttando funzionalità del web 2.0, come i forum di discussione e la possibilità di lasciare sul sito opinioni e commenti relativi all'area merceologica significativa per il soggetto.

Pur essendo tutte e 10 le norme stilate valide e rilevanti per il commercio sul web, dal punto di vista dell'acquirente, ritengo andrebbero valorizzate in modo particolare le regole 4, 6 e 10. Se infatti le altre sono genericamente applicabili a qualsiasi esercizio commerciale visitabile di persona, queste 3 valorizzano ed enfatizzano la possibilità di compravendita online

Per l'utente è importante avere a che fare con un sito intuitivo, facile da fruire e semplice da navigare: se questo principio di base non viene rispettato, anche se i prodotti offerti sono convenienti e di ottima qualità, il potenziale acquirente tenderà a cercare un sito meno complesso e macchinoso, anche perchè l'alternativa è a portata di click.

Emblematico è il caso di Amazon, il cui punto di forza è l'interfaccia basata sulla modalità "1 click ordering"; essa consente, previa registrazione, di comprare il prodotto prescelto schiacciando un solo tasto. Molte altre società hanno pagato la licenza d'uso ad Amazon proprio perchè si sono rese conto che la modalità di accesso e di acquisto così semplificata è fondamentale per aumentare il proprio giro d'affari.

Parafrasando un famoso spot, potremmo concludere dicendo che "l'offerta è nulla senza usabilità del sito".

Foto by O2Surces

domenica 22 aprile 2007

Cosa avviene nel cervello di un ultras


Roberto Maniglio, psicologo e psicoterapeuta, membro della Società italiana di Criminologia e ricercatore presso l'Università del Salento, ha stilato l'identikit dell'ultras standard e la sua descrizione è stata poi ripresa e pubblicata sul Journal of Forensic Sciences.

In italia come all'estero il profilo tipo è lo stesso e si basa su una serie di tratti psicologici specifici, tra cui spicca il desiderio di essere riconosciuto come il "sostenitore supremo", colui che in nome della squadra è pronto a tutto, anche ad arrecare danni a cose e persone, in quanto non percepisce la propria condotta come anomala o antisociale, ma solo come una manifestazione di lealtà nei confronti dei propri eroi sportivi.

Maniglio ha formulato la sua teoria dopo aver assistito per due anni alcuni tifosi violenti nella comunità per tossicodipendenti Emmaus e chiarisce che l'equazione tifo violento = dipendenza da sostanze psicoattive/alcolismo è errata, poichè solo alcuni supporter delle squadre manifestano questo tipo di problemi, ma comunque in una percentuale non significativa.

In tempi caldi come questi è più che mai d'attualità e d'interesse uno studio del genere, in quanto le partite più che incontri sportivi sembrano diventare gradualmente un pretesto per dar sfogo all'aggressività e alla brutalità più recondite e represse.

Ritengo che la differenza tra un tifoso "normale" e un ultras, alla luce delle scoperte di Maniglio, sia più di tipo quantitativo che qualitativo; infatti se tutti i tifosi vogliono sostenere moralmente i giocatori e si impegnano in azioni concrete come canti, coreografie e striscioni, il tifoso estremo travalica questo confine e giustifica condotte palesemente immorali o illecite sulla base di una sorta di "logica di guerra": lo stadio diventa un campo di battaglia e chiunque non appartenga al proprio esercito è considerato un nemico da combattere con ogni mezzo.

Si innesca una competizione tra l'hooligan e i tifosi avversari; difatti l'ultras ha come obiettivo primario superare ciò che fa il sostenitore dell'altra squadra e proprio questo processo implica un'esagerazione nei gesti, nelle parole e negli atti compiuti e si arriva presto a predere il controllo, fenomeno che invece non si riscontra nei soggetti più moderati.

Di certo in determinate situazioni a questo meccanismo mentale si aggiungono delle aggravanti come ad esempio il derby o incontri tra città che hanno una lunga storia di ostilità alle spalle e in quel caso il super tifoso si trasforma in un vero e proprio combattente, che persegue la propria ideologia in maniera ancora più pervasiva e valuta come manifestazione di coraggio e fedeltà attacchi feroci contro le forze dell'ordine.

Foto by jenikilo