martedì 10 aprile 2007

L'Fbi si appella al cielo

L’Fbi ricorre alla fede per aiutare gli agenti americani a sostenere lo stress dovuto al confronto giornaliero con reati e criminali. La Behavioral Science Unit, l'unità dell'Fbi preposta allo studio del comportamento umano, ha attivato da qualche tempo "lezioni di spiritualità" per i membri del corpo federale in aggiunta ai normali corsi di aggiornamento.

La situazione, dati alla mano, si presenta critica e un'intervento appare necessario, in quanto il 90 % degli agenti americani appartenenti ai vari corpi addetti alla sicurezza registra un tasso di suicidi e violenze domestiche significativamente superiore rispetto alla media nazionale.

Sicuramente concause che contribuiscono a generare questa situazione sono lo stress, l'aggressività repressa e modalità di coping disfunzionali, tutti antecedenti che sembra possano essere mitigati oltre che da specifiche sedute con psicologi e consulenti, anche mediatne il ricorso alla religiosità.

L'obiettivo ultimo è rafforzare il rapporto che gli agenti hanno con la loro fede, grazie a degli insegnanti-ministri di dio delle diverse religioni che si alternano all'interno dei corsi e che chiedono ai poliziotti-studenti di confidarsi senza reticenze e narrare le loro sensazioni ed emozioni confortati dalla presenza di un prete/pastore/rabbino/imam.

I risultati riportati finora sembrano positivi, in quanto quest'esperienza didattica aiuta ad esternare a livello affettivo ciò che l'agente è abituato a riportare solo in forma di mera cronaca: per un poliziotto è routine stilare il rapporto su una sparatoria, più difficile è la possibilità per lui di far emergere le implicazioni emotive del contatto con tale realtà. I leader religiosi esortano gli agenti a esprimere liberamente i tormenti che provano, nella convinzione che la scelta peggiore sia quella di reprimere la rabbia, in quanto nel caso migliore non porta a nulla e in quello peggiore scatena reazioni violente e incontrollate ai danni di innocenti e indifesi.
Ritengo che questo progetto abbia ampie potenzialità; infatti molti psicologi, tra cui Pennebaker, avevano già appurato in passato come rendere manifeste le proprie sensazioni in relazione a circostanze particolarmente dolorose e difficili, migliorasse la capacità di rielaborazione di tali situazioni, lo stato umorale del soggetto, nonchè l'abilità di analizzare ed esprimere le propri emozioni in modo sistematico, razionale e immediato.

Tuttavia sarebbe utile un'azione di chiarificazione e integrazione culturale preliminare per scongiurare tensioni e fraintendimenti: ad esempio un imam ha protestato con l’Fbi per aver affisso un manifesto con le immagini dei dieci super-ricercati, tutti di religione musulmana.

La tesi dell’imam è che tale esposizione avrebbe effetti nocivi. enfatizzando timori immotivati e pregiudizi nei confronti dell'islam in generale, ma la sua dichiarazione non ha sortito alcun effetto e il manifesto non è stato rimosso, giustificando tale atto sulla base dell'evidenza che l’identità dei 10 most-wanted non dipende dall’Fbi stessa.

Come credo risulti evidente molti problemi di questo genere per essere sanati necessitano di un trattamento precedente alla realizzazione dei corsi. Avvalendosi della presenza di diversi leader religiosi si può operare un produttivo confronto tra culture, negoziare le proprie prospettive e trovare un punto d'incontro finale, altrimenti la seppur allettante prospettiva di educazione spirituale, rischia di essere un buco nell'acqua per la mancanza di solide fondamenta su cui appoggiarsi.

Foto by the queen of subtle

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