sabato 7 aprile 2007

One Search: il nuovo metodo di ricerca sul cellulare

Yahoo, il secondo motore di ricerca al mondo ha lanciato sul mercato One Search, un nuovo servizio che permette di trovare informazioni dal cellulare, il cui obiettivo principale è fornire immediatamente contenuti appetibili per l'utente.

La peculiarità di One Search è infatti quella di non essere una mera trasposizione del motore di ricerca tradizionale, bensì quella di presentare risultati concreti in merito a ciò che si è cercato al posto della classica lista di siti web elencati per rilevanza e coerenza con la stringa cercata.

Il sistema di Yahoo visualizza direttamente un articolo di giornale o una foto invece del collegamento alla pagina che li conterrebbe. Un esempio può essere la ricerca di un film: immettendo il titolo, non si avrà come risposta il sito ufficiale, bensì le recensioni e i cinema più vicini in cui viene proiettato.

Il vantaggio di questa modalità operativa basata sulla "geolocalizzazione" è evidente: individuando la posizione dell'utente, dà informazioni sfruttabili all'istante, come un ristorante dove cenare o un museo da visitare. Ritengo comunque che esistano altri lati positivi da non mettere in secondo piano, ad esempio il servizio permette un consistente risparmio di passaggi, di traffico e di tempo in fase di ricerca.

L'accesso al mobile internet è infatti regolato dai provider in base ai dati scambiati e non in base al tempo trascorso online, dunque stare fermi e leggere una pagina anche per un'ora non costa più di quanto si è speso per caricarla. A questo punto non dover cliccare sui risultati per aprire nuove pagine, ma avere tutte le informazioni direttamente disponibili consente agli utenti di saltare un passaggio e risparmiare denaro.

Inoltre One Search adatta le caratteristiche della pagina web alla modalità di lettura da display, rendendo la fruizione più semplice e meno faticosa. Per il momento il servizio è disponibile per l'85% dei cellulari nei confini americani, ma mira ad espandersi nel resto del mondo entro l'anno, col fine ultimo di rendere il telefonino un'utilissimo assistente virtuale.

Questa volta Yahoo ha anticipato le mosse di Google, ma sapendo quanto il confronto tra i due colossi sia aperto e in fase di evoluzione, c'è da aspettarsi che non tarderà ad arrivare un contrattacco da quello che rimane il leader del web.
Foto by Bigmouthmedia

venerdì 6 aprile 2007

Video

Da oggi è possibile visionare dei filmati cliccando sul video prescelto tra quelli presenti sulla barra laterale a fianco dei post. In particolare vi consiglio di guardare il primo, secondo me esplicativo più di 1000 parole di come il web abbia rivoluzionato le nostre vite. Il titolo è "Web 2.0 ... The Machine is Us/ing Us" e l'autore è Michael Wesch, assistente universitario del corso di antropologia culturale presso la Kansas State University.

Abbiamo bisogno di 5 menti per vivere al meglio


Si intitola "Five minds for the future" il nuovo libro di Howard Gardner, il professore di Harvard che nel 1983 rigettò l'idea dell'esistenza di un'unica intelligenza, misurata mediante il classico QI, contrapponendo la teoria delle "intelligenze multiple" suddivise in: linguistica, logico-matematica, spaziale, corporale-cinetica, musicale, interpersonale e intrapersonale. Queste sarebbero autonome e indipendenti l'una dall'altra, con facoltà specifiche nell'apprendimento e verosimilmente con basi neurali proprie.

Oggi Gardner torna sulla scena e dato lo scalpore che fece più di 20 anni fa, non poteva che rinnovare lo stupore destato nel passato anche adesso. Il suo nuovo impianto teorico prevede l'esistenza di 5 modi di pensare che considera decisivi per sopravvivere nel futuro.

Per non soccombere alle richieste dell'ambiente sono necessari una serie di requisiti: il primo dei cinque approcci mentali presi in esame dal professore americano è quello della "mente disciplinata", la quale accoglie i vari input che riceve dall'esterno, li organizza e non si accontenta di apprendere un sapere, ma impara a pensare come un esperto di quel sapere.

Segue la "mente sintetica", essenziale nell'epoca di Internet e dell'information overload; infatti raccoglie le informazioni, le seleziona in maniera congruente ai propri scopi e pone attenzione solo a ciò che è significativo.

La "mente creativa" è invece quella che coltiva nuove idee, promuove combinazioni insolite tra elementi noti arrivando a creare prodotti originali e inattesi.

Infine troviamo la "mente rispettosa", ossia la capacità di accettare le differenze e di comprendere le prospettive altrui, e la "mente etica", quella che valuta i bisogni e i desideri della società globale, facendo dell'individuo un buon cittadino e un buon lavoratore, al di là dei suoi interessi immediati e particolaristici.

Ritengo che Gardner abbia colto un'altra volta nel segno: nella società in cui viviamo quotidianamente chi non possiede o non sviluppa adeguatamente queste capacità sarà destinato a cedere sotto il peso di nuove esigenze cui non è in grado di far fronte.

In un mondo sovrabbondante di stimoli, occorre avere una buona capacità di sintesi e sapere discriminare tra ciò che è utile e ciò che non lo è, e allo stesso modo, avendo possibilità maggiori rispetto al passato di relazionarci con individui distanti da noi migliaia di km e appartenenti a culture differenti, diventa irrinunciabile la tolleranza delle diversità e la negoziazione dei punti di vista.

Ormai i dispositivi informatici sono parte integrante della nostra vita: tutto questo semplifica molte operazioni che siamo chiamati a compiere, ma ha anche un costo, in quanto relazionarci con tali mezzi ci richiede di affinare capacità che finora sono state solo opzionali e secondarie, quindi è bene cominciare a coltivare le nostre abilità in questo senso fin da subito.

giovedì 5 aprile 2007

Navigo ergo sum


Secondo i dati di una ricerca della Nielsen/NetRating, il 56% degli internauti italiani, più di 11 milioni di persone, ha visitato almeno una volta i siti Web 2.0 e il traffico di rete italiano è quarto in Europa, collocandosi dietro Inghilterra, Germania e Francia, ossia quei paesi che hanno una maggior presenza della connessione a banda larga.

I frequentatori più assidui di community, blog, mondi virtuali e altri contenuti che qualificano a pieno titolo il web 2.0, non sono i cosiddetti "navigatori occasionali", ossia coloro che capitano sporadicamente in rete e la utilizzano come mezzo per svagarsi, bensì gli "heavy users", cioè gli utilizzatori abituali di internet, il cui numero di connessioni, secondo le statistiche, supera le 44 al mese.

Se stiliamo una classifica, le communities di varia natura si trovano in testa attraendo circa 8 milioni di presenze, il secondo posto è occupato da Wikipedia, YouTube e MySpace che raggiungono quota 7 milioni, mentre i blog si piazzano dietro, calamitando circa 4,4 milioni di italiani.

Se ci concentriamo in particolare sui vincitori della medaglia d'argento, assistiamo ad uno spaventoso incremento avvenuto nell'ultimo anno: Wikipedia è cresciuta del 122%, YouTube ha segnato un +1034% e MySpace ha presentato un aumento del 1295% .

La definizione di O'Reilly Media, cui si deve il termine "Web 2.0", risulta quindi quanto mai appropriata, in quanto la media company americana è stata la prima a presagire la trasformazione di internet da semplice rete di connessione a luogo d'incontro.

Appare evidente come gli utenti abbiano uno stimolo maggiore alla navigazione del web, qualora questa non permetta solo di accedere ad un'informazione, ma anche di condividerla, costruirla con altri e avere dei riscontri dagli internauti.

Credo che l'avvenire sia ormai sempre più orientato verso la costituzione di una coscienza comune
che potrà formarsi proprio grazie ai media a disposizione, questo aumenterà non solo la circolazione di nozioni e conoscenze, ma favorirà anche la nascita di progetti cocostruiti, come già alcune iniziative online testimoniano, ad esempio i romanzi scritti a più mani dagli internauti.

Si prospetta un futuro di collaborazione, dove l'individualismo e il genio solitario tenderanno a scomparire, lasciando il posto ad una modalità di gestione delle conoscenze interattiva e produttiva. In fin dei conti i progetti più innovativi e funzionali sono sempre stati quelli elaborati a partire dalla negoziazione di diverse prospettive e punti di vista, oggi si può in più sfruttare l'opportunità che i media ci offrono di abbattere molti vincoli, in primis quelli spazio-temporali, che in passato ci impedivano di relazionarci con gli altri.

Foto by divedi

mercoledì 4 aprile 2007

In ufficio come in guerra: il mobbing non concede tregua


Alcuni internauti si riconosceranno nella foto qui sopra, perchè il loro posto di lavoro assomiglia sempre più ad un campo di battaglia in cui l'unico modo per non soccombere è rispondere all'offensiva sferrata dai colleghi; infatti una recente stima ha valutato che il mobbing in Italia colpisce direttamente oltre 1 milione di lavoratori e almeno 5 milioni sono le persone indirettamente coinvolte, in qualità di spettatori o amici e familiari delle vittime.

Esercitare il mobbing significa mettere in atto una serie di comportamenti aggressivi da parte del datore di lavoro o dei colleghi ai danni del singolo con il fine di distruggerlo socialmente e psicologicamente. I comportamenti mobbizzanti possono assumere varie forme; dalla diffusione di maldicenze all'esclusione dalle attività sociali , dalle continue critiche all'assegnazione di compiti dequalificanti: le modalità variano, ma ciò che rimane costante è la volontà di bersagliare il capro espiatorio aumentando il suo livello di stress e di inadeguatezza.

Gli studi sul mobbing condotti da Leymann hanno rivelato che esso non dipende dal carattere del soggetto che lo subisce, ma è una patologia dell'organizzazione aziendale.

Per difendersi da questo insidioso fenomeno bisogna resistere e creare una base di elementi che potrebbero diventare prove giuridiche. La prima cosa alla quale un impiegato soggiogato in continuazione pensa è di fuggire e di liberarsi dalla situazione stressante, rassegnando le dimissioni, tuttavia abbandonare l'ufficio sarebbe una sconfitta, in quanto lascia l'aggressore impunito e in più si corre il rischio di non riuscire a trovare una nuova occupazione in tempi brevi.

Un comportamento produttivo consiste invece nel non arrendersi, ma annotare tutti gli attacchi (verbali e non) con tanto si data, luogo ed eventuali testimoni o parlare della situazione vigente ai responsabili dell'azienda in modo dettagliato, con calma e alla presenza di un collega. Se il colloquio non sortisce effetti, è bene inoltrare una nota formale scritta e in ultima istanza rivolgersi alle vie legali.
Foto by mjcr

martedì 3 aprile 2007

I bambini ora possono seguire la lezione anche dall'ospedale


Tra poche ore in Campidoglio ci sarà la presentazione ufficiale del progetto E-Care, una classe virtuale per i bambini lungodegenti dell'Ospedale "Bambino Gesù" di Roma, pensata per non far perdere neanche un giorno di scuola ai ragazzi costretti ad assentarsi dalle lezioni a causa di problemi di salute.

Il sindaco Walter Veltroni, il direttore sanitario dell'ospedale Tommaso Langiano, il presidente della Fondazione Mondo Digitale Tullio De Mauro e l'amministratore delegato di Intel corporation Italia Spa Dario Bucci inaugureranno questa iniziativa intorno alle 11.

Inutile dire che l'opportunità per i piccoli ospedalizzati è fondamentale, in quanto non solo permette loro di non rimanere indietro con il programma e di non dover affrontare oltre alla riabilitazione anche una faticosa lotta contro il tempo per recuperare le nozioni perdute, ma consente anche un'interessante forma di interazione sociale.

Come la psicologia dei media insegna, la piacevolezza con cui si usufruisce di un software dipende da molte variabili, tra cui il livello di presenza e di presenza sociale esperito, rispettivamente la sensazione di "esserci" e di "essere con gli altri" entro una dimensione virtuale, mediante un'interfaccia che dia la possibilità di esprimersi e di creare delle relazioni con gli altri e consolidarle nel tempo.

E-Care incarna in sè queste importanti peculiarità, in quanto il bambino non solo accede ai contenuti, ma grazie ad un sistema iconografico, può simulare l'alzata di mano, l'assenso, il dissenso e anche il sorriso.

Se a prima vista questi elementi possono sembrare dei gradevoli ornamenti, in realtà non svolgono una funzione meramente ancillare, ma integrano e facilitano in toto il processo di apprendimento e ritengo siano una modalità più che valida per supportare l'istruzione in forma tradizionale.

lunedì 2 aprile 2007

Come dimagrire con i videogames


Nintendo Italia ha avviato il progetto Wii Sports allo scopo di verificare se giocare con il programma in questione può migliorare davvero la forma fisica degli utenti. Qui potete trovare un esempio di cosa si intende.

La console Wii è dotata di controller con particolari sensori di movimento e accelerazione, che permettono di partecipare all'azione rendendo l'esperienza di gioco attiva e dinamica. Il controller viene utilizzato come se fosse l'attrezzo mediante cui svolgere lo sport prescelto, ad esempio il manico di una racchetta da tennis o una mazza da baseball/golf e i giocatori riproducono gli stessi movimenti che compirebbero se la situazione fosse reale e non simulata.

Per confermare l'efficacia del prodotto, è stato avviato uno studio sperimentale che vede come protagonisti 4 membri di una famiglia italiana, che ormai si allenano da tre mesi in modo costante, ma non agonistico, in vista di un evento podistico. I genitori (48 e 45 anni) e le figlie (16 e 17 anni) hanno introdotto nella loro sessione di allenamento quotidiana circa mezz'ora di gioco e per ora i risultati avvalorano la tesi che Wii Sports migliori le performance di chi ne fa uso.

Ritengo che questa modalità promozionale sia insolita e possa dare dei buoni frutti, proprio perchè punta su un'area molto sentita entro la nostra società, ovvero la forma fisica, e contemporaneamente coiniuga il lancio di un prodotto che attira per le sue peculiarità.

Credo che il target cui è volta questo tipo di comunicazione vada oltre la classica fascia dei teenager; infatti i già scattanti e sempre in moto adolescenti non percepiscono più di tanto le potenzialità "snellenti" del videogioco, ma magari qualche padre pantofolaio o una madre sempre immersa nelle proprie faccende casalinghe possono farsi tentare dal prodotto, in quanto promette loro una ricompensa: l'attività rimane ludica, ma garantisce un miglioramento dell'immagine corporea.

Si sviluppa così sempre di più la branca dell’exergaming, ossia la fusione tra esercizio fisico e gioco, dando la possibilità ai videogames di scrollarsi di dosso l’etichetta di “attività sedentaria” e facendo da apripista ad una serie potenzialmente illimitata di applicazioni. Sicuramente non sostituirà le palestre, ma certo darà un'occasione in più per uscire dalla pigrizia, evitando tristi sessioni di addominali e flessioni in solitudine.

Foto by IcyStorm

domenica 1 aprile 2007

La televisione del futuro è a portata di set top box


Stefano Quintarelli, fondatore di i.Net, è stato uno dei pionieri di Internet e tale sta continuando a dimostrarsi grazie alla sua ultima intuizione in merito alla tv del futuro: il ruolo fondamentale ricoperto dal set top box.

Il set top box consiste in un decoder che a parere dell'esperto tra non molto invaderà la nostra penisola offrendo innumerevoli vantaggi. Esso consente di prelevare in tempo reale da Internet i contenuti o anche di memorizzarli in un disco fisso collegato direttamente alla rete intranet che sarà presente nelle nostre case. Il disco diventa la centrale di smistamento di una televisione multimediale che diviene completamente asincrona: si guarda quello che si vuole, quando si vuole.

Sembra così che si vada a realizzare la genesi del tanto agognato dispositivo che permette di beneficiare di contenuti provenienti da diverse sorgenti facendoli confluire verso un'unica foce. A mio parere l'opportunità più evidente offerta dal set top box è quella di portare ai massimi livelli la possibilità di personalizzazione, in quanto ognuno è artefice della propria modalità fruitiva. Se ad esempio si desidera riscaldarsi il cuore dal pungente freddo invernale, sarà possibile reimmergersi nel clima delle vacanze passate, guardando sul televisore le fotografie scattate ad agosto, ascoltando la canzone tormentone dell'estate come sottofondo e scaricando da internet, con il telecomando, il testo del brano in questione.

Tutto ciò rende i nostri ricordi tanto vividi e nitidi che nessun altro mezzo può competere, poichè per quanto il pc ci offra l'integrazione dei contenuti digitali, la risoluzione dello schermo televisivo risulta migliore e l'esperienza di visione è più rilassante e coinvolgente davanti ad uno schermo televisivo piuttosto che davanti a un computer.

Pur essendo un servizio accattivante per tutti, Quintarelli sostiene che la fascia d'età maggiormente interessata da questo servizio è quella tra i 16 e i 24 anni, che poi coincide con il target di pubblico che la televisione tradizionale sta perdendo, in quanto ai giovani mancano gli incentivi per ricorrere alle piattaforme classiche e si affidano sempre di più a progetti innovativi.

I telefilm e i film vengono visti o scaricati via web e la concezione del palinsesto rigido è ormai tramontata: sulla base di queste evidenze il decoder permette di creare un canale personalizzabile, continuamente modificabile e condivisibile con gli altri. Indubbiamente il set top box ha uno sfolgorante destino davanti a sè e forse quando racconteremo alle prossime generazioni che una volta la televisione trasmetteva una programmazione rigidamente imposta "dall'alto", strapperemo più di qualche incredulo sorriso.

Foto by Doc Cheese