giovedì 31 maggio 2007

Ci si prepara a dire addio alla tv tradizionale?


Il mese scorso uno dei canali televisivi statunitensi più importanti, Nbc, ha registrato il livello di audience più basso degli ultimi 20 anni.

Tra le rassicurazioni di chi dice che è un momento di crisi passeggero e che la sorte del potente network continuerà ad essere rosea come è sempre stata e chi si appiglia a motivazioni molto discutibili per giustificare questo brusco calo, ad esempio l'avvento anticipato dell'ora legale, la vera preoccupazione riguarda il mondo pubblicitario: un business da 54 miliardi di dollari destinato ad essere messo in discussione se gli spettatori cominciano a cercare vie alternative a quella televisiva.

Le reali cause di questo crollo verticale molto probabilmente sono di altra natura, tendenzialmente imputabili al boom di internet: il mondo televisivo classico soccombe all'offensiva del web, perchè non offre all'utente tutte le opportunità che i nuovi servizi mettono a disposizione.

Proponendo una vasta gamma di video, spettacoli e telegiornali, la rete permette di avere ampie possibilità di scelta nella fruizione e di diventare anche protagonista, condividendo con gli altri internauti i propri contenuti (YouTube è l'emblema di tale fenomeno).

Altro elemento cruciale che esorta a virare verso una meta virtuale, è la rapida diffusione dei Dvr (Digital video recording), che cambiano il modo di fruire il mezzo televisivo; infatti tali dispositivi consentono di registrare digitalmente tutti i programmi tv, anche se trasmessi contemporaneamente da due reti diverse.

Il risultato è che ognuno personalizza il proprio palinsesto, non dovendo più subire contenuti che alimentano gli sbadigli e invogliano a leggere un buon libro piuttosto che a guardare i programmi trasmessi, perchè è il soggetto che diventa l'artefice della propria fruizione televisiva.

Per i network tradizionali tutto questo si traduce in un duplice svantaggio. Per prima cosa la maggior parte degli spettatori smette di guardare i programmi in tempo reale e, non esistendo un sistema di rilevamento per gli ascolti differiti nel tempo, si perde la cognizione di ciò che il pubblico segue veramente e di cosa preferisce evitare. Inoltre la registrazione offre anche la possibilità di saltare gli spot pubblicitari, vanificando miliardi spesi per attirare l'attenzione dello spettatore durante gli intervalli del suo telefilm preferito.

Il futuro dell'Italia non sarà molto diverso: è risaputo come rispetto agli Stati Uniti le dinamiche mediatiche da noi siano più arretrate, ma è solo questione di tempo e anche nella nostra penisola si dovranno mettere in discussione le modalità comunicative classiche per dedicarsi a quelle più innovative.

Foto by paulpablopawel

1 commento:

Unknown ha detto...

My photo was bloged without permission or a link back (however, credit was given).