giovedì 24 maggio 2007

il cervello è la vera sede della parità dei sessi


"Le bambine parlano prima si sa", "I maschietti sono più vivaci, ma è nella loro natura esplorare lo spazio e l'ambiente che li circonda": spesso affermazioni di questo tipo hanno fatto pensare che esistessero spiccate differenze tra i sessi nelle predisposizioni e nelle abilità fin dalla più tenera età.

In realtà uno studio smentisce queste credenze popolari. La ricerca in questione è stata svoltoa presso il National Institute of Health (NIH) e prende in considerazione un ampio numero di soggetti, seguiti nel loro sviluppo psico-comportamentale dalla nascita fino alla giovinezza.
Lo studio conferma che esistono differenze di genere nelle funzioni cognitive, ma che sono più limitate di quanto non si ritenga comunemente e soprattuto a breve termine.

L’analisi è stata curata dal Dipartimento di psichiatria del Children's Hospital Boston e il campione comprendeva bambini e ragazzi tra i 6 e i 18 anni.
I soggetti sono stati sottoposti a risonanza magnetica cerebrale mentre si cimentavano in una serie di test cognitivi e comportamentali per stabilire il quoziente intellettivo, l'abilità verbale, la velocità di elaborazione mentale, le capacità spaziali, la memoria, la motricità fine, le funzioni psicosociali, le capacità di calcolo ecc.

Dall'elaborazione statistica dei dati emerge che sebbene alcune capacità si sviluppino in maniera diversa nei due sessi durante l'infanzia, le diversità tendono via via a livellarsi, fino ad annullarsi nel corso dell’adolescenza.

I risultati indicano come le prestazioni migliorino costantemente dall’età di sei anni e tendano a livellarsi nel periodo tra 10 e 12 anni per entrambi i sessi, soglia oltre la quale i miglioramenti rallentano nel corso di tutta l’adolescenza, fino quasi a scomparire.

Esempio lampante è il maggiore sviluppo nell'area verbale riportato inizialmente dalle bambine che con l'età tende a equipararsi a quello raggiunto dai maschi.

Foto by Tiffany K. de S.

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