mercoledì 16 maggio 2007

Maledetta primavera


Il titolo, oltre che ricordare il ritornello di una nota canzone, rispecchia i pensieri di 1 adulto su 15, che con l'arrivo di aprile e maggio si scopre affetto dal disturbo affettivo stagionale.

Questo è proprio uno degli argomenti che sono stati trattati da «Innovazione in psichiatria», un recentissimo simposio internazionale con sede a Milano, che ha ospitato 50 relatori al top della ricerca psichiatrica.

Il seasonal affective disorder, o Sad, è una delle forme meno note di depressione; poco diagnosticata e scarsamente riconosciuta, questa malattia spesso diventa cronica, facilitando l’insorgere di altri disturbi psicologici nonchè di problemi come l'alcolismo e l’uso di stupefacenti.

Spesso si banalizza questo stato declassandolo a semplice sbalzo di umore, ma gli oltre 3.000.000 di italiani che ne soffrono, sanno che si tratta di qualcosa di diverso: se ansia, irritabilità, stanchezza e insonnia sono sintomi comuni anche a molte alterazioni psicologiche, la peculiarità del Sad è la presenza di episodi depressivi legati soprattutto alle variazioni del rapporto giorno-notte.

Alla base della depressione stagionale ci sono motivi ambientali, poichè i cambiamenti luce-buio che avvengono in primavera possono avere una ripercussione sulla produzione di neurotrasmettitori come la serotonina e di ormoni come la melatonina, entrambi fondamentali per la regolazione dello stato emotivo.

Il nuovo obiettivo della ricerca è individuare cure mirate per ciascun paziente, personalizzate sulla base della mappa genetica, e considerare la possibilità di somministrare farmaci in grado di agire sui ritmi biologici.

Foto by Astraline

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