ShareMonkey è un servizio pensato per rendere legali i contenuti scaricati da Internet, tendenzialmente attraverso le piattaforme p2p; infatti basta qualche clic per risalire alla fonte dei materiali e decidere se acquistarli.
ShareMonkey afferma di aver individuato l'origine degli album da cui sono presi i 500mila mp3 più condivisi online e di circa di 200mila film, numeri che sembrano destinati a crescere quotidianamente.
Il programma si rivela piuttosto intuitivo e semplice da usare al momento pratico dell'interazione. Altri due vantaggi che sperimenta l'internauta sono la possibilità di mettersi in regola senza dover eseguire procedure complesse, ma sfruttando la linearità e l'immediatezza di cui si fa garante il servizio e inoltre di sostenere economicamente i contenuti giudicati di qualità, dando nuovo impulso al mercato cinematografico/musicale.
Tuttavia è difficile dire se questa iniziativa contrasterà lo sharing libero all'interno del web, perchè il problema di fondo sta nella concezione che l'individuo ha dei file mp3 e mpeg: il fatto che essi siano astratti e intangibili, ostacola la sua percezione dell'illegalità e non rende manifesta la natura abusiva di questi atti.
Un altro spinoso problema da affrontare riguarda il presunto diritto, che ormai gli internauti sentono come primario e inalienabile, alla condivisione dei materiali in maniera del tutto gratuita. Credo quindi che ciò che manca non siano gli strumenti per attuare il passaggio da illecito a lecito, bensì una cultura diffusa e consolidata in rete dell'importanza del rispetto del copyright e dei diritti d'autore.
Foto by jisc _ infonet
ShareMonkey afferma di aver individuato l'origine degli album da cui sono presi i 500mila mp3 più condivisi online e di circa di 200mila film, numeri che sembrano destinati a crescere quotidianamente.
Il programma si rivela piuttosto intuitivo e semplice da usare al momento pratico dell'interazione. Altri due vantaggi che sperimenta l'internauta sono la possibilità di mettersi in regola senza dover eseguire procedure complesse, ma sfruttando la linearità e l'immediatezza di cui si fa garante il servizio e inoltre di sostenere economicamente i contenuti giudicati di qualità, dando nuovo impulso al mercato cinematografico/musicale.
Tuttavia è difficile dire se questa iniziativa contrasterà lo sharing libero all'interno del web, perchè il problema di fondo sta nella concezione che l'individuo ha dei file mp3 e mpeg: il fatto che essi siano astratti e intangibili, ostacola la sua percezione dell'illegalità e non rende manifesta la natura abusiva di questi atti.
Un altro spinoso problema da affrontare riguarda il presunto diritto, che ormai gli internauti sentono come primario e inalienabile, alla condivisione dei materiali in maniera del tutto gratuita. Credo quindi che ciò che manca non siano gli strumenti per attuare il passaggio da illecito a lecito, bensì una cultura diffusa e consolidata in rete dell'importanza del rispetto del copyright e dei diritti d'autore.
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