domenica 15 aprile 2007

Il macaco è un nostro parente stretto


Gli scienziati hanno sequenziato ed analizzato il genoma del macaco, differenziatosi dall'uomo 25 milioni di anni fa, scoprendo che l'uomo condivide con esso il 97,5 % dei geni. La scoperta potrebbe fare da apripista alla ricerca in diverse aree, come le malattie cardiovascolari e l'Aids, e potrebbe far luce su quell'intricato mistero che è l'evoluzione umana.

Sicuramente uno dei risvolti più importanti di questa scoperta è la possibilità di creare farmaci ad hoc per specifiche patologie, ma grazie a questa analogia tra i corredi genetici, sono attuabili anche dei progressi in altri ambiti come l'endocrinologia e la fisiologia riproduttiva.

Attualmente il macaco è considerato il modello animale migliore su cui basarsi per approfondire la conoscenza del virus Hiv e per portare avanti la ricerca sui vaccini: tutto ciò è possibile in quanto la somiglianza a livello fisiologico che il macaco ha con l'uomo è molto marcata. Comprendere a fondo il suo genoma e individuare dove si rivela differente da quello umano significa fare maggiore chiarezza sul processo evolutivo dell'uomo, con importanti ripercussioni per la medicina.

Come e perchè si siano originate delle modifiche nel corso dell'evoluzione rimane ancora oscuro, tuttavia i genetisti stanno cercando di individuare gli elementi chiave per comprendere la questione.

Da un paio d'anni si è accertato che l'uomo condivide il 99 % del corredo genetico con lo scimpanzè, ora questa nuova scoperta non potrà fare altro che dare un nuovo impulso alla ricerca e in modo particolare allo studio delle malattie genetiche negli esseri umani.

Foto by ArthurPijpers

Nessun commento: