mercoledì 2 maggio 2007

Non potrai più dimenticare il tuo vissuto online


La nuova funzione si chiama Web History: una memoria di tutta la storia della navigazione di una persona, di ogni sito visitato, quando e per quanto tempo.

Per attivarlo bisogna disporre di un account Google e poi magicamente ogni volta che si vorrà andare a rintracciare un sito d’interesse che non abbiamo salvato tra i preferiti o ripercorrere le tappe che hanno contrassegnato le fasi di una ricerca, potremo farlo in un batter d’occhio.

Il vantaggio che si offre all’utente è notevole e trasparente: trovare in un tempo brevissimo
ogni pagina consultata, ogni immagine scaricata e quant’altro abbiamo compiuto durante la nostra permanenza online.

Inoltre il motore di ricerca offre mediante questo servizio un’altra interessante opportunità; non si limita infatti a tenere un diario delle operazioni dei naviganti, ma esegue autonomamente delle statistiche sulla base della cronologia.

Web History elabora automaticamente la classifica dei 10 siti più visitati, delle 10 query più utilizzare e dei click più frequenti e illustra anche l’andamento mensile, giornaliero e orario dell’attività in rete dell’utente. Possono essere creati anche dei segnalibri per evidenziare i siti preferiti e aggiungere etichette e note personali.

Tuttavia qualche zona d’ombra emerge. In primis questo servizio alimenta il dubbio che anche chi non è autorizzato possa avere un facile accesso ai dati privati, soprattutto nel caso di computer condivisi.

Dopo l'acquisto di Doubleclick (vedi post in merito), sorge qualche dubbio sul possibile utilizzo dei percorsi virtuali degli utenti per fini commerciali, in quanto se le consuetudini degli internauti cadono nelle sapienti mani di un network per l’acquisto di pubblicità, è quasi certo che gli inserzionisti potranno gioire puntando su un tipo di promozione sempre più mirata e personalizzata, mentre gli utenti potrebbero riportare delle reazioni di fastidio simili a quando vedono la casella mail piena di spam.

Comunque nel caso ci si senta “braccati”, una via per la salvezza esiste: è un semplice pulsante che consente di disattivare o sospendere web history, e i dati fino ad allora memorizzati potranno essere completamente o parzialmente cancellati dall’utente.

Il dilemma rimane aperto: la bontà di questa iniziativa sarà veramente messa a rischio dall’esigenza di tutelare la propria privacy?

Foto by Adam Mulligan

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