giovedì 3 maggio 2007

Videogiochi a scuola: l'Italia è ancora indietro


L'idea che un videogioco possa essere applicato alla didattica non è nuova, ma la definizione "videogioco educativo" lascia perplesso più di un insegnante.

Eppure particolari tipologie di videogame hanno riscosso molto successo all'estero e si sono rivelate utili al fine del potenziamento cognitivo degli studenti, come nel caso di Ayiti - The Cost of Life, un gioco che simula le difficoltà di vita ad Haiti, rivolto al target 11-18 anni.

Questa iniziativa è stata lanciata nelle scuole di New York nel 2005 e gli studenti coinvolti nella fase sperimentale hanno progettato le dinamiche di gioco, poi sviluppate e perfezionate da professionisti del settore, i quali hanno seguito le disposizioni fornite dagli allievi. Attualmente Ayiti è a disposizione di tutti gli insegnanti della Grande Mela che ne vogliano fare uso.

Da programma didattico, ogni ragazzo ha a disposizione mezz'ora per decidere come far sbarcare il lunario ad una famiglia haitiana e il resto del tempo viene dedicato ad approfondire le tematiche incontrate durante la simulazione (problemi di lavoro, di mantenimento, di salute ecc.) mediante una discussione in classe.

Un buon videogioco scolastico permette di simulare il problema, tentare approcci alternativi per risolverlo e si accompagna ad un confronto in aula di come gli alunni hanno valutato quest'esperienza.

Ayiti è l'emblema di come la didattica tradizionale possa fondersi con elementi innovativi, aggiungendo un plus valore alle lezioni "classiche", tuttavia nel nostro paese questa possibilità non è ancora stata presa in considerazione seriamente.

Foto by eliane_alhadeff's

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