lunedì 26 marzo 2007

Anche Tim si avvale del marketing d'assalto


Una nuova iniziativa è stata messa a punto da Tim per promuovere Alice Messenger, il nuovo servizio di istant messaging utilizzabile mediante cellulare. Nelle prossime due settimane Milano e Roma saranno invase da Emoticons sotto forma di locandine, opuscoli, adesivi, da mezzi di trasporto contraddistinti dal marchio di appartenenza, nonchè da avvenenti ragazze intente ad illustrare ai passanti i vantaggi del prodotto in questione.

Questo costituisce un classico esempio del "guerrilla advertising", ossia la pubblicità che esce dal recinto dei media tradizionali per penetrare laddove la vita quotidiana viene realmente vissuta e per rapportarsi con la gente in modo diretto, provocatorio e spiazzante. La guerrilla si trova nelle strade delle città, sui muri, sulle panchine, sui fondi dei bicchieri, in finte conversazioni, perfino sul corpo umano.

La guerrilla raggiunge il consumatore nei momenti e nei luoghi in cui non è attiva la sua "coscienza pubblicitaria", come accade invece davanti alla televisione o ascoltando la radio, quando cioè le sue difese nei confronti dei messaggi promozionali sono abbassate. Incuriosire, intrigare e coinvolgere sono gli effetti primari cui mira questa tecnica comunicativa, tuttavia risulta importante anche innescare un processo di riflessione, che però avviene solo come conseguenza dell'impatto creato dalla merce.

La guerrilla non colpisce la massa, ma il singolo, ribaltando l'approccio classico e invertendo il meccanismo di generazione di notorietà. Gli attacchi di guerrilla si basano su un circolo che si rivela "virtuoso" per l'ideatore del fenomeno; infatti queste manifestazioni generano straniamento, lo straniamento produce il passaparola, il passaparola si diffonde in maniera "virale" nella popolazione e la diffusione virale garantisce notorietà al prodotto.

Una modalità indubbiamente fruttuosa e innovativa, tuttavia anche rischiosa; infatti il pericolo concreto è quello di abusare di questo pattern pubblicitario reiterando il problema dell'information overload, ossia dell'eccesso di informazioni provenienti costantemente da qualsiasi canale informativo che possono soffocare il consumatore e portarlo alla drastica decisione di non voler fruire più di nessun messaggio pubblicitario.

Al di là dello stupore iniziale che ci porta ad essere più attenti e a processare più facilmente le informazioni, quando la quantità di pubblicità presente ovunque diventa eccessiva, il nostro sistema cognitivo viene sovraccaricato ed esperiamo una difficoltà nell'elaborazione dei messaggi che intacca la nostra normale efficienza mentale.

Quindi l'avvertimento che si potrebbe dare in questo caso, può essere mutuato dal più classico degli slogan farmaceutici: usare con moderazione.

Foto by [mini]marketing

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