mercoledì 28 marzo 2007

Nasce la Psicologia Turistica


Negli ultimi anni, all'interno di quell'ampio settore d'indagine che e' la Psicologia Sociale, si è sviluppata una nuova e importante branca definita Psicologia Turistica.

Chi si occupa di turismo (operatori turistici, imprenditori, enti, comuni, ecc) tende solitamente a trattare gli aspetti di tipo geografico-economico, ignorando fattori cognitivi, emotivi e sociali che influenzano tale fenomeno; questi ultimi sarebbero invece da prendere in seria considerazione al fine di coniugare l'attività turistica con l'appagamento dell'utente.

Pensiamo ad esempio alla soddisfazione del turista, al comportamento nella localita' di vacanza, alle intenzioni e alle motivazioni che spingono gli individui a viaggiare, alle interazioni fra turisti e abitanti del luogo, ai processi decisionali sottesi alla scelta di andare o meno in ferie: tutte queste sono tematiche prettamente psicologiche applicabili all'area turistica.

Il rapporto tra la psicologia ed il turismo solo recentemente si e' andato consolidando e tutto ciò sembra paradossale se si considera che al giorno d'oggi, il turismo rappresenta la principale attivita' economica del mondo e muove oltre 5 miliardi di persone ogni anno.

La definizione piu' diffusa di turista, lo identifica come un individuo che si trova al di fuori della sua abituale sede di residenza per un determinato periodo di tempo e che spende il proprio reddito in un luogo differente da quello in cui lo produce, tuttavia questa descrizione rivela da subito i suoi limiti; infatti i ricoverati in ospedale o i militari che dormono nella caserma di un paese in cui non sono residenti, non fanno parte della categoria turisti, ma in base ai criteri di discriminazione adottati, dovrebbero esserne inclusi a pieno diritto.

Proprio per questi motivi, per qualificare il profilo del turista, si aggiunge un nuovo fattore, un fattore psicologico appunto, ossia la motivazione con cui il soggetto affronta sia il viaggio che le spese, e ciò implica che la scelta del soggetto di viaggiare e spendere lontano da casa debba essere libera e volontaria per poterlo definire turista a pieno titolo. Il turismo viene allora classificato sia come uno spostamento prolungato che come un versamento di denaro, messi in atto dall'individuo volutamente e per motivi di piacere.

Lo Psicologo del Turismo non è una figura ancora molto diffusa, ma il suo ambito d'azione è molto chiaro: si occupa dell'uomo in quanto turista e di tutte quelle problematiche e dinamiche che lo contraddistinguono nell'ambito vacanziero. Egli analizza questi elementi e, se necessario, cerca di offrire il suo contributo per un miglioramento a livello reale e pratico, attraverso interventi, piani di sviluppo, studi e ricerche. Alcune questioni che si pone possono essere.
  • Il cliente e' soddisfatto del servizio offerto?


  • Gli operatori turistici hanno una formazione adeguata?


  • Cosa spinge un turista a scegliere una particolare destinazione rispetto ad altre?


  • Posso influenzare le sue scelte? Se si', in che modo?
Lo psicologo puo' intervenire nelle aziende di settore e nelle attivita' imprenditoriali turistiche per coadiuvarle e migliorarle, ma puo' anche lavorare per enti turistici e comuni al fine di elaborare efficaci piani di sviluppo turistico. Puo' quindi inserirsi sia in ambito pubblico che privato.

Le ricerche di mercato sono ancora poche, tuttavia i corsi dedicati alla Psicologia del Turismo si stanno moltiplicando. Attualmente sono poche le realta' turistiche che si avvalgono della consulenza di uno Psicologo del Turismo, ma ritengo che questo rimanga comunque un settore in espansione che potra' offrire nuovi sbocchi professionali e occupazionali.

Foto by Frengo

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