venerdì 6 aprile 2007

Abbiamo bisogno di 5 menti per vivere al meglio


Si intitola "Five minds for the future" il nuovo libro di Howard Gardner, il professore di Harvard che nel 1983 rigettò l'idea dell'esistenza di un'unica intelligenza, misurata mediante il classico QI, contrapponendo la teoria delle "intelligenze multiple" suddivise in: linguistica, logico-matematica, spaziale, corporale-cinetica, musicale, interpersonale e intrapersonale. Queste sarebbero autonome e indipendenti l'una dall'altra, con facoltà specifiche nell'apprendimento e verosimilmente con basi neurali proprie.

Oggi Gardner torna sulla scena e dato lo scalpore che fece più di 20 anni fa, non poteva che rinnovare lo stupore destato nel passato anche adesso. Il suo nuovo impianto teorico prevede l'esistenza di 5 modi di pensare che considera decisivi per sopravvivere nel futuro.

Per non soccombere alle richieste dell'ambiente sono necessari una serie di requisiti: il primo dei cinque approcci mentali presi in esame dal professore americano è quello della "mente disciplinata", la quale accoglie i vari input che riceve dall'esterno, li organizza e non si accontenta di apprendere un sapere, ma impara a pensare come un esperto di quel sapere.

Segue la "mente sintetica", essenziale nell'epoca di Internet e dell'information overload; infatti raccoglie le informazioni, le seleziona in maniera congruente ai propri scopi e pone attenzione solo a ciò che è significativo.

La "mente creativa" è invece quella che coltiva nuove idee, promuove combinazioni insolite tra elementi noti arrivando a creare prodotti originali e inattesi.

Infine troviamo la "mente rispettosa", ossia la capacità di accettare le differenze e di comprendere le prospettive altrui, e la "mente etica", quella che valuta i bisogni e i desideri della società globale, facendo dell'individuo un buon cittadino e un buon lavoratore, al di là dei suoi interessi immediati e particolaristici.

Ritengo che Gardner abbia colto un'altra volta nel segno: nella società in cui viviamo quotidianamente chi non possiede o non sviluppa adeguatamente queste capacità sarà destinato a cedere sotto il peso di nuove esigenze cui non è in grado di far fronte.

In un mondo sovrabbondante di stimoli, occorre avere una buona capacità di sintesi e sapere discriminare tra ciò che è utile e ciò che non lo è, e allo stesso modo, avendo possibilità maggiori rispetto al passato di relazionarci con individui distanti da noi migliaia di km e appartenenti a culture differenti, diventa irrinunciabile la tolleranza delle diversità e la negoziazione dei punti di vista.

Ormai i dispositivi informatici sono parte integrante della nostra vita: tutto questo semplifica molte operazioni che siamo chiamati a compiere, ma ha anche un costo, in quanto relazionarci con tali mezzi ci richiede di affinare capacità che finora sono state solo opzionali e secondarie, quindi è bene cominciare a coltivare le nostre abilità in questo senso fin da subito.

Nessun commento: