giovedì 5 aprile 2007

Navigo ergo sum


Secondo i dati di una ricerca della Nielsen/NetRating, il 56% degli internauti italiani, più di 11 milioni di persone, ha visitato almeno una volta i siti Web 2.0 e il traffico di rete italiano è quarto in Europa, collocandosi dietro Inghilterra, Germania e Francia, ossia quei paesi che hanno una maggior presenza della connessione a banda larga.

I frequentatori più assidui di community, blog, mondi virtuali e altri contenuti che qualificano a pieno titolo il web 2.0, non sono i cosiddetti "navigatori occasionali", ossia coloro che capitano sporadicamente in rete e la utilizzano come mezzo per svagarsi, bensì gli "heavy users", cioè gli utilizzatori abituali di internet, il cui numero di connessioni, secondo le statistiche, supera le 44 al mese.

Se stiliamo una classifica, le communities di varia natura si trovano in testa attraendo circa 8 milioni di presenze, il secondo posto è occupato da Wikipedia, YouTube e MySpace che raggiungono quota 7 milioni, mentre i blog si piazzano dietro, calamitando circa 4,4 milioni di italiani.

Se ci concentriamo in particolare sui vincitori della medaglia d'argento, assistiamo ad uno spaventoso incremento avvenuto nell'ultimo anno: Wikipedia è cresciuta del 122%, YouTube ha segnato un +1034% e MySpace ha presentato un aumento del 1295% .

La definizione di O'Reilly Media, cui si deve il termine "Web 2.0", risulta quindi quanto mai appropriata, in quanto la media company americana è stata la prima a presagire la trasformazione di internet da semplice rete di connessione a luogo d'incontro.

Appare evidente come gli utenti abbiano uno stimolo maggiore alla navigazione del web, qualora questa non permetta solo di accedere ad un'informazione, ma anche di condividerla, costruirla con altri e avere dei riscontri dagli internauti.

Credo che l'avvenire sia ormai sempre più orientato verso la costituzione di una coscienza comune
che potrà formarsi proprio grazie ai media a disposizione, questo aumenterà non solo la circolazione di nozioni e conoscenze, ma favorirà anche la nascita di progetti cocostruiti, come già alcune iniziative online testimoniano, ad esempio i romanzi scritti a più mani dagli internauti.

Si prospetta un futuro di collaborazione, dove l'individualismo e il genio solitario tenderanno a scomparire, lasciando il posto ad una modalità di gestione delle conoscenze interattiva e produttiva. In fin dei conti i progetti più innovativi e funzionali sono sempre stati quelli elaborati a partire dalla negoziazione di diverse prospettive e punti di vista, oggi si può in più sfruttare l'opportunità che i media ci offrono di abbattere molti vincoli, in primis quelli spazio-temporali, che in passato ci impedivano di relazionarci con gli altri.

Foto by divedi

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